Una macchina intelligente è un dispositivo cibernetico in grado di mostrare un comportamento umano pensante. L’intelligenza artificiale (Ai, Artificial Intelligence) è una branca scientifica dell’informatica che coinvolge lo studio, la progettazione e l’applicazione di macchine intelligenti. L’obiettivo principale a breve termine dell’Ai è studiare l’uso di macchine per imitare ed eseguire determinate funzioni intellettuali del cervello umano, mentre l’obiettivo a lungo termine è utilizzare automi per imitare le attività del pensiero umano e le funzioni intellettuali.

I sogni degli umani su tali traguardi e la ricerca dell’Ai e delle macchine intelligenti possono essere fatti risalire a più di 3.000 anni fa. In Cina non mancano storie e materiali al riguardo.

Molti importanti progressi nella scienza e nella tecnologia moderne sono il risultato della saggezza umana, del pensiero, dei sogni e delle lotte. Non c’è mai stata una grande emancipazione della mente come oggi nella storia umana: pensieri e opere sull’universo, i pianeti, la vita, gli esseri umani, il tempo e lo spazio.

Tra questi, l’IA è particolarmente evidente. Dopo l’ingresso nel sec. XX secolo, l’Ai ha cominciato a essere nutrita nel grembo della società umana. Negli anni Trenta e Quaranta si verificarono due eventi estremamente importanti: la formalizzazione della logica matematica e l’idea di computabilità intelligente («le macchine possono pensare»), che stabilirono il concetto di relazione tra informatica e intelligenza. L’inglese Alan Turing (1912-54) fondò la teoria degli automi nel 1936. Egli propose un modello informatico teorico, gettò le basi per la progettazione di computer elettronici e promosse l’Ai, in particolare il pensiero. L’articolo di Turing del 1° ottobre 1950, «Computing Machinery And Intelligence» (in «Mind», Vol. LIX, N. 236, pp. 433-460), ha fornito idee scientifiche e rivoluzionarie rivolte all’Ai.

Nell’estate del 1956, John McCarthy, Marvin L. Minsky, Nathaniel Rochester e Claude E. Shannon co-sponsorizzarono e invitarono altri sei giovani scienziati, a Dartmouth negli Stati Uniti d’America. La Dartmouth University tenne due workshop di un mese di dieci persone per discutere il problema della simulazione dell’intelligenza umana con le macchine, utilizzando per la prima volta il termine intelligenza artificiale. Questo è il primo simposio sull’Ai nella storia umana, che segna la nascita di questa disciplina e ha un grande significato storico. Gli studiosi McCarthy e Minsky, che avviarono il simposio, sono conosciuti come i padri fondatori dell’Ai.

Oggi qual è il percorso di sviluppo dell’Ai nella RP della Cina? Rispetto allo sviluppo dell’Ai nel mondo, la ricerca cinese in merito non solo è iniziata in ritardo, ma ha anche una strada di sviluppo accidentata, che ha attraversato un processo molto difficile di quesiti, critiche e persino accantonamenti. È stato solo con la riforma e l’apertura che l’Ai cinese ha gradualmente intrapreso la strada dello sviluppo.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, l’Ai era apprezzata e sviluppata nei Paesi occidentali, ma fu criticata in Unione Sovietica, liquidandola come «pseudoscienza reazionaria della borghesia». A quel tempo, sotto l’influenza delle critiche dell’Unione Sovietica all’Ai e alla cibernetica, non c’era quasi nessuna ricerca in argomento nella RP della Cina. Alla fine degli anni Sessanta e Settanta, sebbene l’Unione Sovietica avesse revocato il divieto di ricerca sulla cibernetica e Ai, ma a causa del deterioramento delle relazioni sino-sovietiche, i circoli accademici cinesi respinsero il mutamento della patria del comunismo e la ricerca sull’Ai ha continuato a stagnare. A quel tempo, l’Ai veniva considerata nella RP della Cina o criticata quali “capacità soprannaturali”, e reputata pseudoscienza.

Prima della metà degli anni Settanta, il «Journal of Dialects of Nature» e gli «Excerpts and Translations of Foreign Philosophy of Natural Science» avevano tradotto i documenti di ricerca di studiosi di Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Giappone, Gran Bretagna, Germania e Francia. A causa della particolarità dei tempi, la critica filosofica all’Ai era l’obiettivo principale in quel momento, come la convinzione che «dall’intelligenza artificiale si può sentire l’odore marcio dell’idealismo e della visione metafisica del mondo». Entro la fine degli anni Settanta, oltre a pubblicazioni nel campo della dialettica hengelsiana della natura, come «Dialectics of Nature Newsletter», «Philosophical Issues of Natural Science», e pubblicazioni completamente filosofiche quali «Philosophical Research», «Philosophy Translation Collection» e «Foreign Social Sciences», esse includevano anche dibattiti filosofici sull’Ai.

A livello di materie di studio, l’inizio della filosofia dell’Ai è strettamente legato allo sviluppo della disciplina della dialettica naturale. Infine la Bozza di piano di ricerca per la dialettica della natura (problemi filosofici in matematica e scienze naturali) per i dodici anni 1956-1967 elencò la cibernetica nella sesta categoria dal titolo Problemi filosofici in matematica.

Nel marzo 1978 si tenne a Pechino la Conferenza Nazionale sulla Scienza. Alla cerimonia di apertura della conferenza presieduta da Hua Guofeng – presidente del Partito Comunista Cinese nonché Primo ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese – Deng Xiaoping pronunciò l’importante discorso «La scienza e la tecnologia sono forze produttive». La conferenza avanzò la decisione strategica di «procedere verso la modernizzazione della scienza e della tecnologia», e aprì un precedente per l’emancipazione mentale dai residui dei dettami di scuola sovietica, e promosse lo sviluppo delle imprese tecnologiche cinesi e inaugurò la primavera scientifica dell’industria relativa nel Paese.

Qui giace il primo passo della riforma e dell’apertura della RP della Cina. Nel vasto numero di personale scientifico e tecnologico si vide un grande entusiasmo prima di tutto mentale nell’affrontare i temi legati all’Ai, che finalmente scavalcava tutti i divieti del passato. Il nuovo metodo di Wu Wenjun di utilizzare l’Ai per dimostrare e scoprire teoremi geometrici, divenne il maggiore risultato scientifico e tecnologico prodotto dalla Conferenza nel 1978.

All’inizio degli anni Ottanta, Qian Xuesen e altri cominciarono a sostenere lo sviluppo della ricerca sull’Ai anche al di là di quella puramente matematica. Tuttavia, poiché la società a quel tempo confondeva “intelligenza artificiale” con “funzione speciale per la ricerca”, l’Ai cinese ha subìto una lunga deviazione. Da un lato i ricercatori, tra cui molti studiosi di Ai, mescolando insieme Ai e funzioni speciali per la ricerca, l’hanno denunciata come pseudoscienza.

Dalla fine degli anni Settanta agli anni Ottanta, l’ingegneria della conoscenza e i sistemi relativi si sono sviluppati rapidamente nei Paesi sviluppati in Europa e negli Stati Uniti d’America e hanno ottenuto notevoli vantaggi economici. A quel tempo, la ricerca relativa nella RP della Cina era in una difficile fase iniziale, però alcuni lavori di base erano eseguiti.

Dopo la riforma e l’apertura, dal 1980, la RP della Cina ha inviato un gran numero di studenti nei Paesi sviluppati affinché apprendessero le nuove conquiste scientifiche e tecnologiche, tra cui l’IA e il riconoscimento di modelli e altre discipline. Questi esperti di Ai rimpatriati sono diventati i vertici accademici e le colonne portanti delle applicazioni di ricerca e sviluppo dell’Ai nella RP della Cina e hanno dato importanti contributi in merito.

Nel settembre 1981 fu fondata a Changsha l’Associazione cinese per l’Ai (Chinese Association for Artificial Intelligence, CAAI) e Qin Yuanxun (1923-2008) fu eletto primo presidente. Nel 1982, uscì «The Chinese Journal of Artificial Intelligence», la rivista dell’Associazione, diventando il primo periodico accademico sull’Ai nella RP della Cina.

Qin Yuanxun era ritornato in Cina nel 1948 dopo aver conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Harvard. È stato ricercatore e vicedirettore esecutivo dell’Istituto di matematica dell’Accademia cinese delle scienze, presidente della Società di fisica computazionale della Società nucleare cinese e il primo presidente della Caai. La sua ricerca sulla teoria qualitativa delle equazioni differenziali ordinarie, della stabilità del moto, dell’analisi approssimata e del processo logico della macchina lo ha reso il pioniere nella RP della Cina. Tra questi studi, la ricerca sui cicli limite ha raggiunto il livello avanzato internazionale.

È stato responsabile del calcolo della potenza della prima bomba atomica e bomba all’idrogeno della RP della Cina. È stato uno dei principali operatori nel progetto di teoria della meccanica fisica e della matematica nel principio di progettazione della bomba atomica e della bomba all’idrogeno, e ha conseguito il Premio Nazionale di Scienze Naturali nel 1982.

Giancarlo Elia Valori